Introduzione all’articolo di Sandro Giovanazzi:
“Genogramma professionale:
l’influenza dei formatori nella costruzione
di una modalità terapeutica”

Maurizio Coletti



Particolarmente dedicato ai medici e agli operatori della salute, l’articolo col­locato in questa sezione risponde a una domanda fondamentale sulla possibilità di utilizzare, fuori dal campo in cui esso nasce, il sapere che origina dal lavoro degli psicoterapeuti.


Especially adressed to practitioners and other health specialists, the article placed in this section answers to the main question on the possibility to make use of the knowledge resulting from the work of psychoterapists outside the field in which it is born.


Dedicado especialmente a los médicos y demás profesionales de la salud, el artículo presentado en esta sección responde al tema fundamental sobre la posibilidad de utilizar los conocimientos derivados del trabajo de los psicoterapeutas fuera de su campo original.



L’articolo che segue è un eccellente esempio dell’incontro tra creatività e rigore.
Sandro Giovanazzi1 propone di riflettere sulle influenze che hanno sugli allievi i formatori nel corso del training; sulle conoscenze accumulate, sulle tecniche e sulle procedure e (soprattutto) sulla formazione progressiva dello stile terapeutico.
Lo stile terapeutico è qualcosa di più e di più complesso del “semplice” sviluppo di tecniche, modi di agire, uso di strumenti, modelli di intervento verbali e non, che ogni allievo accumula e seleziona durante la sua formazione. Come Giovanazzi afferma, lo stile terapeutico include caratteristiche e scelte che vengono dalla propria famiglia di origine.
L’autore sottolinea la portata della differenziazione del Sé che l’allievo matura nella propria famiglia di origine e le somiglianze di questo processo con la differenziazione dell’allievo dai suoi trainer.
Da sempre, i training del Centro Studi includono un lavoro accurato, emotivo e approfondito sulla famiglia di origine di ogni allievo (nel suo gruppo di formazione). Già questo impegnativo passaggio è stato oggetto di riflessioni, di confronti, di approfondimenti2.
Giovanazzi propone di includere nella storia personale dell’allievo (e, quindi, del suo genogramma) anche i suoi formatori. Quelli con i quali si sente più sintonico e quelli con cui sintonia e vicinanza sono minori.
Si costruisce, così, una combinazione di fattori (tra famiglia di origine e formatori nel training) che influenzano la costruzione dello stile terapeutico e che lasciano tracce sulle risorse e sulle difficoltà specifiche (idiosincrasie) di ogni allievo di fronte ai pazienti.
L’articolo è arricchito da una serie di schemi, liberamente utilizzabili, che tracciano le influenze dei didatti sugli allievi in formazione.
Un’ultima riflessione: esce pienamente e solidamente confermata la scelta storica del Centro Studi di permettere ad ogni allievo di conoscere e lavorare appieno con due/tre didatti; questa pratica di formazione con persone diverse aumenta la capacità dell’allievo di crescere anche nelle differenze personali e tecniche dei suoi formatori e di confrontare con loro le sue caratteristiche, la sua storia, le sue difficoltà e le sue risorse.